Una fuga sofferta e un addio
Riassunto
Enea si reca alla casa di Anchise costretto a fuggire dalla città in fiamme, a causa dell’invasione da parte dei Greci. L’eroe prende sulle spalle il padre, per mano il figlio e a seguito la moglie che, una volta arrivati all’ abbandonato tempio di Cerere, scompare. Dal dolore Enea si cinge di armi e torna a cercarla, ripercorrendo le strade della città ormai devastata, e incontra l’anima della moglie Creusa che gli rivela il suo imminente e glorioso futuro e lo saluta per sempre.
Struttura del testo
Le parole di Anchise
, da riga 699 Allora vinto […] a 706 […] degli incendi.La voce di Enea
, da riga 707 Su dunque diletto […] a 720 […] a una viva sorgente.L'inizio della fuga
, da riga 721 Detto così […] a 744 […] e al marito.La città in fiamme
, da riga 745 Chi non accusai[…] a 767 […] stanno d’intorno.Il dialogo tra Enea e Creusa
, da riga 768 Osando persino lanciare […] a 789 […] l’amore di nostro figlio.]Il doloroso addio
, da riga 790 Com’ ebbe parlato […] a 794 […] simile a un alato sogno.
Commento del brano
Il brano comincia con le parole di Anchise, ovvero l’amato padre di Enea, il quale viene convinto da quest’ultimo a fuggire dalla città in fiamme, nonostante la sua vecchia età. All’interno di questi versi, viene sottolineato il forte legame tra la venerazione degli dèi e la conservazione della stirpe, in quanto Anchise si rivolge alle divinità supplicando loro di proteggere la sua discendenza, citando anche il piccolo nipote Iulo. Nel verso successivo, Virgilio fa risaltare i valori che stanno alla base dell’etica romana, lasciando spazio alle parole di Enea, il quale invita il padre a salirgli sulle spalle, evidenziando quindi la devozione ed il rispetto che il figlio provava nei confronti del proprio padre, Ascanio a prenderlo per mano e la moglie a seguirlo sui suoi passi. L’atteggiamento della moglie Creusa rimanda alla rappresentazione della famiglia romana, in cui la donna era inferiore rispetto all’uomo. Nei seguenti versi, Enea chiede al padre di prendere gli oggetti sacri, una volta arrivati al tempio di Cerere, che servivano alla celebrazione dei riti; Virgilio denota come l’eroe non potesse toccare i beni sacri poiché era ancora “sporco” dalla recente guerra. Durante tutto il testo, Enea dimostra molta paura per la possibile perdita di una parte della sua famiglia, ma nonostante ciò si mostra come un valoroso uomo che tiene ai propri cari. Una volta raggiunto il tempio, Enea affida il padre ed il figlio Iulo agli dei protettori e, cingendosi di armi e coraggio, ripercorre l’intera fuga in cerca della moglie perduta. Come primo luogo, fa ritorno alla propria casa, la quale simboleggiava un ambiente protetto e sicuro in cui nascondersi per la donna, ma egli non la trova e mentre si trova ormai in delirio, raggela alla vista dell’anima della morta Creusa. Il simulacro (l’immagine senza vita, anima) della donna parla rassicurandolo sul loro destino e supplicando Enea di proteggere il loro piccolo figlio Ascanio; Virgilio quindi, richiama ancora una volta l’attaccamento religioso che i personaggi dimostrano nei confronti delle loro divinità, essendo molto devoti alle loro visioni e profezie future, all’interno del dialogo tra Creusa ed Enea. Il testo si conclude con il protagonista abbattuto dalla perdita subita e l’autore fa uso di un grande simbolo presente nei poemi omerici, ovvero quello di ripetere un gesto tragico e disperato per ben tre volte.
Personaggi
- Enea è il protagonista principale dell’intero componimento e viene rappresentato come un uomo con dei forti valori (devozione al padre ed agli dèi) che si accostano a quelli romani. Il carattere dell’eroe viene descritto come forte, ma allo stesso tempo timoroso nei confronti di ciò che è a lui ignoto; Virgilio, infatti, sottolinea che Enea ha a cuore il benessere della propria famiglia, tanto che mette la vita dei propri cari prima della sua.
- Creusa viene descritta come uno dei personaggi maggiormente tragici, disposta a sacrificarsi per la salvezza della propria famiglia. Uno degli elementi più evidenti del carattere della donna è l’obbedienza e la dolcezza provate per il marito Enea, alimentate dalle felici visioni che gli profetizza per il proprio futuro, e l’amore e la preoccupazione di una madre, nei confronti del piccolo Iulo […serba l’amore di nostro figlio.]
- Anchise è il padre di Enea; l’uomo prova un forte attaccamento alla propria patria, tanto da non voler nemmeno fuggire dalla terribile invasione, se non costretto dal figlio. Anchise, data la sua età, prova un senso di obbedienza nei confronti di Enea, accettando l’invito di salirgli sulle spalle, di fuggire e di prendere le statuette sacre dei Penati.
- Iulo è il figlio di Enea e Creusa, ed accompagnato dal padre, fugge.
Spazio e Tempo
L’unico spazio presente in questo testo è la città in fiamme da cui scappano Enea e la sua famiglia e le vie ignote che essi prendono. Le strade sconosciute sono dei luoghi aperti che richiamano paura, timore e smarrimento, di fatto l’eroe perde la moglie percorrendole. La città viene descritta come uno spazio ricco di orrore, disperazione e silenzio, a causa delle fiamme che la pervadono, dei corpi senza vita ammucchiati a terra e lungo i portici sacri dell’asilo di Giunone, e dei tesori strappati. Il tempo del brano non viene specificato, ma gli avvenimenti si susseguono velocemente probabilmente per indicare la sua fretta e paura durante la fuga.